" Storie dal Blog del 7 Hills Gospel Choir"

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La storia del fenomeno spiritual e del gospel: un divenire nella musica che non smette mai di emozionare

Per comprendere cosa sia il gospel (da God+spell), le sue origini, la sua potenza culturale, il suo stesso essere un modus vivendi per coloro che in quell’ambiente vi nascono e crescono, è necessario fare un salto indietro nel tempo, precisamente nel periodo che seguì la scoperta del nuovo continente, momento che segnò anche l’inizio della deportazione degli schiavi africani verso le Americhe,  una tragedia senza precedenti nella storia umana. Una tragedia che ebbe notevoli ripercussioni anche a livello di calo demografico nel continente africano per svariate generazioni. 

Circa 15 milioni di persone furono catturate e costrette a lavorare come schiavi nelle colonie europee in America. 

La tratta degli schiavi era un commercio redditizio per i mercanti europei, ma era anche una fonte di grande sofferenza per gli schiavi.

La tratta degli schiavi iniziò nel XV secolo, quando i portoghesi iniziarono a commerciare con l'Africa occidentale. Inizialmente, gli schiavi erano catturati da altri africani e venduti ai portoghesi. Tuttavia, nel corso del tempo, i portoghesi iniziarono a catturare gli schiavi da soli.

La tratta degli schiavi era un processo crudele e violento. Gli schiavi erano spesso catturati in raid a sorpresa e portati via dalle loro case e dalle loro famiglie. Venivano poi trasportati in catene sulle navi negriere, dove erano stipati in condizioni terribili. Molti schiavi morivano durante il viaggio per le malattie o le violenze.

Una volta arrivati ​​in America, gli schiavi venivano venduti ai proprietari di piantagioni che li usavano per lavorare la terra e coltivare i raccolti. Gli schiavi erano costretti a lavorare lunghe ore ed in condizioni disumane. Venivano spesso picchiati o frustati se non obbedivano agli ordini.

La schiavitù era un sistema oppressivo che privava gli schiavi della loro libertà e della loro dignità. Gli schiavi non avevano diritti e potevano essere venduti o uccisi a piacimento dai loro padroni.

Nonostante le sofferenze che hanno dovuto affrontare, gli schiavi africani hanno portato con sé le loro tradizioni e la loro cultura nelle Americhe. Chiaramente parliamo di tradizioni, di memoria, di sentimenti, perché non avevano nulla di scritto, né, anche volendo, avrebbero potuto portare cose al loro seguito, vista la violenza con cui venivano catturati. Tuttavia con il loro unico bagaglio possibile, la loro anima, hanno contribuito a creare una nuova cultura afro-americana, che è un mix di culture africane ed europee.

Le tradizioni e la cultura africana erano molto diverse da quelle europee. Gli africani avevano una forte fede nella spiritualità e praticavano una varietà di religioni, tra cui l'animismo, il cristianesimo e l'islam. Erano anche molto creativi e producevano una varietà di arti e mestieri, tra cui la musica, la danza, la scultura e la ceramica. La musica, la danza, i colori, erano parte integrante della loro vita, all’epoca esclusivamente di natura tribale. 

Gli schiavi africani hanno portato con sé queste tradizioni e questa cultura nelle Americhe. Hanno continuato a praticare la loro religione, a creare arte e musica e a trasmettere le loro tradizioni alle generazioni successive.

La cultura afro-americana è una parte importante della cultura americana. Ha contribuito a rendere gli Stati Uniti un paese diverso e multiculturale.

Agli elementi sopra citati , 

  • Musica: caratterizzata da un forte ritmo e da testi che esprimono emozioni forti, unitamente alla struttura del “call and response” (tipica delle tribù), tuttora pienamente utilizzata nei brani dove è presente il coro;
  • Danza: energica e a volte acrobatica.
  • Arte: colori vivaci e da immagini simboliche. (scultura in legno, la pittura e la terracotta)

Si aggiunse successivamente L’ opera di evangelizzazione dei primi pastori protestanti a rinforzare quella componente religiosa già  parte importante della cultura africana, fatta di riti e spiritualità.

Sebbene all’inizio fosse impedito agli schiavi di accedere nei luoghi di culto, man mano che gli stessi progredivano con la conoscenza della lingua inglese, iniziarono a comprendere i canti che si elevavano dai fedeli. Fu così che iniziarono a “cucire” sulle loro vite, linee melodiche semplici, con parole semplici, per descrivere il loro “status” e la loro sofferenza interiore, ma sempre conservando la speranza di una futura libertà , di quella salvezza di cui parlavano le sacre scritture. Così nacque il fenomeno Spiritual. Siamo ormai nel XVII secolo, 

Gli spiritual erano spesso semplici e ripetitivi, ma erano anche molto espressivi e coinvolgenti. I testi parlavano spesso di fede, speranza, amore e libertà. Gli spiritual erano un modo per gli schiavi di esprimere le loro sofferenze e aspirazioni, e di trovare conforto nella loro fede.

Sono stati un mezzo per esprimere la fede e la speranza di una comunità oppressa, ma sono stati anche un modo per celebrare la propria identità culturale. 

Ma non solo, un altro fenomeno che stava prendendo piede era quello,delle cosiddette “work song “, canti ritmati e ripetitivi che servivano a scandire i lavori nei campi … presto gli spiritual si miscelarono a questi canti, diventando anche una sorta di messaggi in codice, attraverso i quali si stimolava la fuga verso la libertà, oppure anche per comunicare tra campi ! Fu l’inizio della lotta per la loro emancipazione (arrivata in seguito attraverso un percorso non privo di ulteriori sofferenze, come ad esempio la partecipazione alle varie guerre di indipendenza)! 

E’ con gli spiritual e la loro evoluzione che successivamente nascono altri generi musicali, dal gospel al Dixieland, al jazz e al blues. Al ritmo portato con manici di scopa, colpi di piedi in terra e battito di mani, inizia ad unirsi anche l’utilizzo dei primi strumenti musicali, banjo, chitarra ed i primi ottoni, recuperati dalle fanfare degli eserciti in dismissione! 

Siamo già nel XIX secolo. Rispetto allo spiritual, Il gospel ne ha ereditato la semplicità della melodia e la forza del ritmo, ma ha anche sviluppato un'armonia più complessa e testi più articolati, dalla condizione individuale si passava a trattare argomenti più ampi, ok la fede e la speranza dei credenti, ma  anche altri temi, come l'amore, la famiglia o la giustizia sociale e sulla collettività.

Il gospel inizia anche a diffondersi in locali, grazie anche ad accompagnamenti più complessi ed all’arrivo di musicisti più preparati tra cui spiccò Thomas Dorsey, considerato il “padre” del Gospel contemporaneo. Grandi artisti contemporanei sono nati nell’ambiente gospel contribuendo con le loro voci a portarlo alla luce della ribalta (ad es. Aretha Franklin, Mahalia Jackson, Whitney Houston). 

Relativamente ai cori, il definitivo sdoganamento da strumento di animazione delle funzioni religiose a vero e proprio gruppo di artisti da spettacolo avvenne Alla fine degli anni '60, quando Edwin Hawkins, ancora uno studente universitario, modificò l’arrangiamento di alcuni brani per il Northern California State Youth Choir. Le intenzioni di Hawkins e del coro erano di registrare un album da vendere ai fedeli locali per raccogliere fondi per un viaggio per poter partecipare a un concorso gospel.

 il destino volle che il disco finì nelle mani di alcuni DJ rock underground della Bay Area, i quali diffusero il disco facendolo girare a macchia d'olio (oggi diremmo… fino a renderlo virale). La rinominata "Oh Happy Day" dei Singers di Edwin Hawkins è stata la prima canzone gospel a diventare un successo nelle classifiche mondiali nel 1967 quando è stata pubblicata. Vinsero persino un Grammy per "la migliore Soul Gospel Performance".

L'uso di suoni contemporanei da parte di Hawkins - un groove latino, sintetizzatori, una performance di un soul vocalist  - ha creato un nuovo modello per la musica gospel, spalancando  la strada ad artisti come Aretha Franklin, The Winans e Richard Smallwood per portare la Buona Novella nel mondo contemporaneo. "Oh Happy Day" è diventato uno standard evangelico. È stata eseguita da centinaia di artisti anche oltre i confini del genere musicale.